«L’assessorato alla Famiglia non riesce ad esprimere quell’ampio, profondo e necessario ruolo di gestione delle risorse e delle complesse criticità nel settore dell’assistenza sociale, non esercitando il controllo delle burocrazie degli enti locali siciliani».
Michele Cappadona: «AGCI Sicilia intende chiedere con urgenza un incontro con l’assessore alla Famiglia Nuccia Albano e l’assessore alla Salute Giovanna Volo».
A partire dei primi giorni di aprile 2024 il Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali della Regione Siciliana ha emanato i decreti di liquidazione ai beneficiari del bando emanato nel settembre 2023 per l’assistenza e il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli minori e diversamente abili, con cui sono stati concessi contributi per la gestione delle strutture di accoglienza ad indirizzo segreto e strutture di ospitalità in emergenza esistenti.
«Soddisfazione per l’erogazione da parte del dipartimento alla Famiglia dei contributi ai gestori delle strutture di assistenza di cui al bando DDG n. 2402/2023, trattandosi di liquidità preziose in un periodo di estrema generale difficoltà», commenta Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. «Con l’occasione è doveroso però ricordare l’estrema situazione di grave criticità che continua ad affliggere l’intero sistema dei servizi di assistenza di prossimità in Sicilia. AGCI Sicilia ha costantemente denunciato come la pubblica amministrazione continui a scaricare sugli enti del Terzo Settore, associazioni e cooperative, l’onere della mancata destinazione di risorse adeguate a garantire il puntuale pagamento dei costi, accertati e stabiliti dalla Regione, per i servizi di assistenza sociale svolti direttamente per i Comuni della Sicilia».
Ai ritardi cronici dei pagamenti comunali agli enti di assistenza per il mancato trasferimento da parte della Regione di importi corrispondenti ai fabbisogni, si sommano gli stati di generale crisi finanziaria dei Comuni, che se dichiarati in pre-dissesto o in dissesto interrompono i pagamenti ai fornitori dei servizi, che possono solo sperare di essere pagati, a volte molti anni dopo, con una cifra enormemente decurtata.
Considerando che il 95% almeno dei costi vivi delle associazioni e cooperative sociali che gestiscono le strutture di accoglienza riguardano le voci di personale obbligatorio, fitto locali, vitto ed energia, è evidente che il ritardo dei pagamenti pur mantenendo la qualità dei servizi influisce negativamente sugli stipendi del personale, compromettendo la possibilità di versare regolarmente i contributi, disporre del Durc e impedendo quindi agli enti di potere ricevere perfino il saldo per i servizi prestati ad altre pubbliche amministrazioni. Inoltre, il cronico ritardo nei pagamenti non consente neanche di potere chiedere l’anticipazione bancaria dei crediti dai Comuni, giudicati committenti insolventi.
«Per dare un’idea della disfunzionalità del settore – continua Cappadona – consideriamo ad esempio il gap tra fabbisogni e risorse assegnate riferendoci ai disabili psichici. L’assistenza di ciascuno dei 2263 cittadini disabili censiti in Sicilia ospitati presso le comunità alloggio, con il personale obbligatorio previsto dalla legge, ha per ogni Comune un costo stabilito dalla Regione per il 2024 di 34.450,56 euro/anno, in relazione al quale la stessa Regione a fronte di un fabbisogno accertato di quasi 74 milioni contribuisce solo con 14 milioni il 18,92% (6.186,48 euro/anno ad ogni disabile). La retta mensile è la somma dell’importo fisso di 1.953,12 euro più l’importo di 781,20 euro, pari alla retta giornaliera 26,04 euro per 30 giorni, per un totale di 2.734,32, oltre IVA 5%.
Tutti i Comuni hanno l’obbligo di applicare la retta stabilita dalla Regione Sicilia – Dipartimento Famiglia – protocollo servizio 7 numero 10171 del 15/03/2024. Si precisa, inoltre, che l’importo fisso mensile va sempre corrisposto, anche in caso di assenza dell’ospite, per il mantenimento del posto in comunità. Invece, la retta giornaliera viene calcolata sulla base degli effettivi giorni di presenza.
Le rette di ricovero da applicare in Sicilia, in base alla L.R. 22/1986 per le Cooperative Sociali regolarmente iscritte all’Albo, così come previsto dall’art. 26 L.R. 22/1986, sono stabilite dalle convenzioni tipo pubblicate sulla G.U.R.S. del 10/08/1996 n. 40.
È un grave vulnus che l’assessorato alla Famiglia non abbia saputo, voluto ma soprattutto neanche tentato di indire un tavolo per dare soluzione al caos burocratico esistente nel sistema dell’assistenza sociale in Sicilia, intrattenendo quell’auspicabile costante confronto con le associazioni di categoria per potere comporre un quadro virtuoso di garanzia, non solo per l’assistenza agli utenti ma anche per le cooperative sociali e i suoi lavoratori altamente specializzati, che si impegnano da sempre con quotidiana dedizione agli assistiti sopportando lunghi interminabili periodi senza essere pagati».
«I problemi burocratici sono tanti e sono enormi – sottolinea Cappadona -. Pensiamo ai minori stranieri non accompagnati assegnati in comunità dall’autorità giudiziaria, che dovrebbero stare in comunità fino a 21 anni, per i quali però la copertura economica da parte del ministero termina al compimento dei 18 anni. I Comuni si rifiutano di pagare, le strutture non hanno fondi per la loro accoglienza anche se gli ospiti non vogliono abbandonare la comunità.
L’assenza di governo del sistema si rileva anche dalla mancanza di un intervento immediato dell’Assessorato alla Famiglia, tante volte invocato da AGCI Sicilia, di richiamo al rispetto delle norme, attraverso una Circolare – spiega Cappadona – con un’esplicita direttiva da inviare ai Comuni siciliani che imponga la stipula e il rigoroso totale rispetto degli schemi delle convenzioni-tipo con gli enti del Terzo Settore, stabiliti con Decreto Presidenziale 4 giugno 1996, e all’applicazione della retta mensile per utente fissata dalla Regione Siciliana. Va altresì imposto, per i rapporti in atto, il rinnovo delle convenzioni scadute al 31 dicembre. Analogo problema riguarda i servizi forniti alle ASP, per i quali si chiede un attento intervento da parte dell’assessore alla Salute Giovanna Volo. Le cooperative non sono in grado a tutt’oggi di emettere le fatture per le prestazioni rese, perché pur essendo attivo il servizio le convenzioni sono scadute a fine 2023. Non potere emettere le fatture comporta l’impossibilità di chiedere un anticipo bancario per potere provvedere al puntuale pagamento di stipendi e contributi.
Alcuni Comuni pretendono che anche le cooperative sociali e i loro consorzi fatturino senza IVA per le prestazioni di assistenza sociale, mentre la legge 208/2015) ha stabilito che, in caso di affidamento di servizi di assistenza e accoglienza a cooperative sociali o loro consorzi, dal 1° gennaio 2016, per tali prestazioni vada applicata l’aliquota Iva ridotta del 5%.
Sempre in relazione ai servizi sociali e sanitari, le Cooperative di produzione e lavoro non iscritte all’Albo previsto dalla L.R. 22/1986 possono invece operare in regime di esenzione IVA, ex art. 10 del DPR 633/1972.
AGCI Sicilia intende proporre all’assessore alla Famiglia e Politiche sociali Nuccia Albano la costituzione di uno sportello per il rilascio rapido di pareri specifici che riguardano i servizi di assistenza.
Nel passato AGCI Sicilia ha costantemente denunciato essere intollerabile che a fronte del calcolo dei fabbisogni annuali delle voci certe di assistenza da parte della Regione non vengano appostati gli esatti fondi ai Comuni, cui spetta amministrare la regolarità dei servizi e corrispondere regolarmente i relativi pagamenti. Il non farlo provoca voragini incolmabili nei bilanci comunali, ormai generalmente privi di risorse.
Ribadiamo la logica necessità dell’istituzione di un fondo regionale ordinario per la copertura del fabbisogno accertato dei costi di assistenza sociale, eliminando il relativo insostenibile disavanzo subito dai Comuni.
Allo stesso tempo – afferma Cappadona – occorre un fondo straordinario a cui ogni Comune possa attingere per il pagamento in tempi brevi di tutti gli arretrati, insieme ad una nuova regolamentazione che stabilisca automatismi secondo principi di silenzio assenso in caso di ritardo della pubblica amministrazione e che garantisca procedure certe d’ora in poi nel regime dei pagamenti dei servizi, entro il termine dei 30 giorni stabilito per legge».
«Continuo a ritenere paradossale – conclude Cappadona – che il presidente Agci Sicilia, nell’intervenire sul tema a tutela delle cooperative sociali, si pronunci in luogo dell’Anci nel difendere gli interessi dei Comuni».