Ritardo nell’erogazione degli stipendi, nota di protesta contro l’assessore Edy Tamajo e il direttore Carmelo Frittitta dell’assessorato alle Attività produttive, sindacati proclamano un giorno di sciopero e manifestazione davanti la presidenza della Regione Siciliana dei dipendenti di Irca Crias Ircac il 9 aprile.
Per la prima volta in 70 anni i dipendenti degli istituti di credito regionale per le imprese cooperative e artigiane non percepiscono il loro stipendio.
Michele Cappadona: «Pessimo segnale di inefficienza del cda percepito dalle imprese, che si accompagna all’insistenza con cui da anni non si è provveduto ancora alla nomina del rappresentante in cda delle cooperative siciliane, solo perché da anni persiste un’irriducibile pretesa di ottenere la nomina del presidente di una particolare centrale cooperativa, nonostante la palese incompatibilità denunciata».
«Ci complimentiamo per l’ennesima dimostrazione di “alta amministrazione” dimostrata dall’intero Cda, in primis dalla presidente, nel riuscire nella difficile impresa, in cui nessuno era riuscito prima - si legge in una nota delle segreterie sindacali di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca-Uil, Unisin, Ugl Credito -. In 15 mesi l’“alta amministrazione” di questo Cda si è contraddistinta praticamente nel fare nulla, non riuscendo nemmeno ad ottemperare all’ordinaria gestione degli enti, con l’aggravante della voluta assenza di relazioni industriali. Si continua ad assistere all’imbarazzante valzer di direttori generali facenti funzioni, per manifesta incapacità nel riuscire a deliberare un bando per l’assunzione in servizio del vertice amministrativo di ruolo. Non vi è traccia del piano industriale, fondamentale per la nascita (?) di IRCA, del recepimento del nuovo CCNL di settore del novembre 2023, del regolamento organico dei dipendenti, del nuovo sistema informatico, ecc.»
Se pare che seppure in ritardo il bonifico ai dipendenti ora sia stato fatto, che lo riceveranno dopo Pasqua, sono tante le rivendicazioni dei lavoratori tuttora inascoltate. Prima fra tutte la gravissima carenza di personale.
Non è stato riconosciuto inoltre, a tutti i dipendenti dell’IRCA, in esecuzione delle disposizioni di cui all’art. 31 della L.R. n. 6/1997 e s.m.i., il trattamento economico e giuridico previsto dai ccnl con l’ABI successivi al 2005, attraverso le tabelle di equiparazione.
I sindacati prendono purtroppo atto dell’inefficacia dell’impegno profuso dall’Assessore Tamajo nel tentare di stimolare il soporifero Cda di Irca/Crias/Ircac. «Pertanto - scrivono le segreterie regionali unitamente alle rappresentanze sindacali aziendali degli enti Ircac e Crias - nel manifestare forte preoccupazione per il destino dei lavoratori e delle loro famiglie, chiedono al Sig.Presidente della Regione e l’on.le Assessore alle Attività Produttive a far prevalere la loro volontà nei confronti del Cda degli enti, senza ulteriore indugio, usando tutti gli strumenti, nessuno escluso, che la legge consente. Infine si comunica che, l’Assemblea del personale di Crias e Ircac del 25 marzo u.s. ha deliberato una giornata di sciopero in data 9 aprile 2024 con contestuale manifestazione a Palermo, sotto la sede della Presidenza della Regione».
«La nostra massima solidarietà verso i dipendenti degli istituti di credito regionale che lamentano una Pasqua senza stipendio - dice Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI-Sicilia. Il ritardo nel pagamento non può che essere registrato come un pessimo segnale di inefficienza del cda e dell’assessorato alle Attività produttive retto dall’on. Edy Tamajo e dal suo dirigente Carmelo Frittitta. Sul tema dei dipendenti non si può non tacere infatti anche la drammatica situazione della mancanza di personale dell’Ircac. Senza chi istruisce le pratiche, l’istituto di credito alle imprese resta nei fatti paralizzato. Eppure si è lasciato che andasse in pensione i due terzi dell’organico senza provvedere rimpiazzarlo. Quando si bandiranno i concorsi, con i tempi della nostra lentocrazia, quanto tempo dovrà passare prima che il nuovo personale acquisisca quei livelli di esperienza e competenza minima per far fronte alle esigenze di un istituto così strategico per la nostra fragile economia?»
«Il quadro che emerge è una profonda disattenzione verso il funzionamento dell’istituto di credito regionale che dovrebbe con continuità sostenere con adeguate linee di finanziamento di fondi ordinari il tessuto imprenditoriale, mentre si suonano le fanfare mediatiche per propagandare gli impieghi delle risorse europee straordinarie come fossero successi personali dell’assessore di turno. È noto al contrario l’enorme ritardo con cui tale risorse vengono da decenni impiegate e la generale assoluta mancanza di tempestività tra i bisogni e il momento in cui giunge l’effettiva erogazione della misura attesa.
Invece di continui proclami su bandi annunciati per anni prima della loro pubblicazione, negando le risorse UE disponibili per la cattiva burocrazia e l’incapacità di farla funzionare, l’IRCA è l’esempio plastico di come si continui a parlare di buon governo tra la costernazione delle imprese che si vedono sottratte l’accesso agli strumenti ordinari di credito agevolato. Da anni l’AGCI propone l’adozione di specifiche misure di credito che ora si spera vengano finalmente messe in campo attraverso il programma “Più cooperazione”, che quando giungerà sarà sempre tardivo per tutte le tante attività che nel frattempo, sopraffatte dalla crisi, hanno dovuto cessare, chiedendo i battenti, sono fallite o falliranno. Specialmente chi fornisce la pubblica amministrazione e ne deve subire i vergognosi ritardi».
«Non si è spento il ricordo della voragine di 400 milioni dell’Ircac, per decenni governato dalla politica, senza il rispetto di norme e regole di corretta amministrazione - ricorda Cappadona -. Tra queste, come abbiamo incessantemente segnalato, quella che ad amministrare l’Istituto di credito alle cooperative non può essere chi amministra una centrale cooperativa, che revisiona le imprese e ne istruisce le pratiche di finanziamento allo stesso Istituto, per giunta ricevendo a questo scopo dei contributi dalla Regione. Eppure, una serie ad hoc di successive modifiche regolamentari, statutarie e disapplicazione di norme, conduce a costruire un percorso per consentire - se non del tutto - all’assessorato alle Attività produttive, nonostante le ripetute segnalazioni, di nominare il presidente di una centrale cooperativa, che continua ad essere candidato benché palesemente incompatibile. Alterando perfino nelle comunicazioni ufficiali la consistenza percentuale della presunta rappresentatività dichiarata e attribuita, seppure falsa, ad alcune organizzazioni di categoria, ancorché risulti proceduralmente priva di alcun peso. Ignorando chi chiede venga valutato il valore dei curriculum di tutti gli altri candidati. Abbiamo già chiesto lealmente al vertice politico e amministrativo dell’assessorato alle Attività produttive - conclude Michele Cappadona - quale sia il motivo di un percorso tanto lungo e tortuoso, che ha richiesto modifiche regolamentari così numerose, tenendo nel frattempo inchiodato il destino dell’IRCA sin dal 2018. Continueremo a chiedere chiarimenti, avendo fiducia che ci sarà prima o poi chi potrà dare una risposta».