Michele Cappadona, AGCI Sicilia: “Proroga rottamazione quater al 18 dicembre. Oltre al danno, la beffa”
Approvato ieri in Senato la proroga al 18 dicembre delle scadenze del 31 ottobre e del 30 novembre per i versamenti da parte dei soggetti che hanno aderito alla rottamazione quater.
Il Senato ha approvato ieri il ddl n. 912 del DL Anticipi (decreto legge n. 145/2023) collegato alla Manovra 2024. Il provvedimento passa all’esame della Camera dove si prevede il voto finale il 14 dicembre. Prima del via libera è stato approvato, con 87 voti favorevoli e 58 contrari, l’emendamento proposto dal senatore Claudio Lotito di Forza Italia che proroga al 18 dicembre le scadenze del 31 ottobre e del 30 novembre per i versamenti da parte dei soggetti che hanno aderito alla rottamazione quater.
Le opposizioni hanno protestato definendo l’emendamento “un condono” e non “una proroga”. Il testo inserito nel del di conversione stabilisce, per chi ha già aderito alla rottamazione, che siano considerati “tempestivi se effettuati entro il 18 dicembre 2023” i versamenti delle prime due rate, che avevano scadenza 31 ottobre e 30 novembre 2023.
«Fisco, continua la mortificazione di cittadini e imprese», commenta Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. Il Governo ha preso atto della difficoltà di chi, pur avendo dimostrato la volontà di volere regolarizzare la sua posizione, non è stato in grado a pagare nei tempi il 20% della rottamazione-quater previsto in due rate a fine ottobre e novembre perché oppresso da una situazione economica sempre più critica. Ma, invece di rimediare, ripristinando l’applicazione delle norme che prevedono rateizzazioni fino a 10 anni e con rate crescenti, concede semplicemente 13 giorni di moratoria. Quando l’opposizione di sinistra parla di “condono”, sbaglia: questo non è un condono. Dice bene invece quando politicamente lo definisce “una porcata”. Vale la pena di ricordare che il senatore Lotito, presidente della squadra di calcio del Lazio, nel 2005 cioè 18 anni fa, ha raggiunto un accordo di transazione tra la Lazio e l’Agenzia delle Entrate per circa 140 milioni di euro, da pagare in 23 anni. Ma dimostriamo di essere sempre di più una Repubblica delle banane – continua Cappadona -. È di ieri l’ordinanza del Tar Lazio che ha sospeso l’efficacia del decreto 29 settembre 2023 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy sul “Titolare effettivo”. Il provvedimento, com’è noto, ha imposto una procedura a pagamento per comunicare entro l’11 dicembre 2023, pena sanzione, ai titolari iscritti ai registri delle imprese presso le camere di commercio italiane i nominativi dei c.d. “titolari effettivi”. Ora tutto è rimandato all’udienza presso il Tar Lazio il prossimo 27 marzo.
Intanto, non si è ancora speso un centesimo dei Fondi di Coesione 2021-2027 mentre il 31 dicembre dicembre va chiuso il programma 2014-2020. Le politiche di Coesione destinano fondi per lo sviluppo delle regioni che hanno gap economici e infrastrutturali, e in Italia parliamo quindi del Mezzogiorno. Eppure le risorse continuano ad essere trattenute e dirottate al Centro-Nord. Non parliamo poi dei ritardi del Pnrr.
Infine, dopo tanta enfasi sul Ponte sullo Stretto, la Giunta Schifani ha appena annunciato la “probabile riduzione dello stanziamento” della quota a carico della Regione Siciliana.
Come diceva Ennio Flaiano, scomparso nel 1972 – conclude Cappadona “La situazione è grave ma non è seria”. In Italia, come in Sicilia, continua desolatamente ad essere così».