SURAP, la ricetta dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane per il rilancio delle attività produttive siciliane: “Impossibile la crescita economica senza l’attuazione di misure concrete di semplificazione per il cittadino e l’imprenditore.
Mentre il Governo Draghi punta a sconfiggere l’emergenza pandemica intensificando le vaccinazioni per anticipare l’abolizione delle restrizioni, è necessario progettare subito una concreta programmazione regionale degli interventi necessari alla sopravvivenza delle imprese e la ripresa economica.
L’enorme complesso di risorse destinate all’Italia nel contesto del Recovery Plan è un’occasione epocale, irripetibile, che non deve essere sprecata. Anche e soprattutto per colmare il gap strutturale tra il Mezzogiorno e il resto del Paese.
Su quale sia l’approccio post-covid che deve adottare in particolare la Regione Siciliana per un progressivo ritorno alla normalità e ad un effettiva prospettiva di crescita, abbiamo chiesto il punto di vista di Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia.
“Non potendo la nostra economia letteralmente permettersi uno scenario diverso, dobbiamo presupporre che l’emergenza sanitaria da covid19 debba essere contenuta e sconfitta in breve tempo, grazie al completamento delle vaccinazioni della popolazione. In sostanza dobbiamo confidare che entro sei-otto mesi la pandemia abbia già cessato di limitare le attività produttive e che nel frattempo siano già iniziate le misure di investimento, utilizzando le risorse europee del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e del NGEU. È evidente che la priorità politica per il Mezzogiorno è quella di rivendicare che vengano rispettati i parametri formali e naturali che debbono presiedere all’impiego delle risorse, cioè ripartirle per eliminare il divario storico sociale e infrastrutturale del Sud e della Sicilia. Ostacolo: le due conclamate criticità principali, cioè la effettiva capacità di utilizzare le risorse spendendo tutto il budget assegnato e di efficacia del suo impiego. E sono gli aspetti che destano la maggiore preoccupazione tra i cittadini e le parti sociali di ogni settore produttivo”.
Quali sono in particolare le criticità specifiche che riguardano la Sicilia?
“Sono gli effetti dello storico mancato investimento dello Stato nei confronti dell’Isola, come in generale nel Mezzogiorno. Con l’aggravante dell’Insularità. Un tessuto produttivo costituito prevalentemente da microimprese sottocapitalizzate, estenuate da decenni di crisi economica, con grandi problemi di liquidità e accesso al credito. Un contesto territoriale e infrastrutturale che rende difficile lo sviluppo di manifatture e in generale di attività produttive e di servizi, perfino il pieno sviluppo della filiera turistica, da sempre molto al di sotto delle enormi potenzialità della Sicilia. Inoltre, vi è un problema cronico che riguarda la macchina amministrativa. Una burocrazia inefficiente e lenta, con un effetto paralizzante e penalizzante per i servizi al cittadino e le iniziative d’impresa. Infine una classe politica che ha una bassa capacità d’ascolto e coinvolgimento nei confronti delle categorie produttive, con le quali – con rare e sempre apprezzabili eccezioni – il confronto è più apparente e superficiale che concreto e concludente, rispetto alle reali esigenze nel territorio”.
In quale direzione vanno individuate le soluzioni? Quali gli obiettivi?
L’AGCI Sicilia ha sempre delineato chiaramente in quale direzione intervenire: qualità, velocità e semplificazione dell’azione amministrativa; programmare e mantenere una continuità di investimenti pubblici; diminuire la burocrazia e gli adempimenti preventivi, che ostacolano i procedimenti, aumentando invece i controlli ex-post; misure che garantiscono l’accesso al credito e al microcredito agevolato per chi ha problemi di “merito creditizio”. Occorre esercitare quella pressione, mai esercitata in realtà, a livello di confronto Stato-Regione che consenta di ottenere per l’Isola le misure indispensabili per colmare ogni divario: decontribuzione degli oneri sociali del costo del lavoro; leva fiscale espansiva, con aumento della spesa pubblica nel territorio e diminuzione delle imposte; istituzione di aree di fiscalità di vantaggio attrattive di investimenti, come Zes, Zfm, Zfu (zone economiche speciali, zone franche montane e zone franche urbane); completamento e modernizzazione della rete dei trasporti; la realizzazione di un attraversamento stabile dello Stretto di Messina (ponte o tunnel). Questi sono validi obbiettivi intermedi, strumentali per conseguire efficacemente gli obbiettivi finali: sviluppo d’impresa, crescita economica, stabile occupazione”.
Con quali altri strumenti e politiche è possibile realisticamente perseguire questi obbiettivi?
“Riteniamo che ci voglia estrema concretezza. Pochi giorni fa l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, politico combattivo e competente, ha incontrato in videoconferenza i rappresentanti di Confindustria, i cui rappresentanti hanno delineato alcune priorità: una spesa qualitativa dei fondi strutturali; processi di riconversione e decarbonizzazione dei poli industriali; progetti per la Sicilia previsti nel Recovery plan; un serio intervento non più rinviabile su logistica e trasporti, esprimendo sostanzialmente istanze coerenti con quelle da me precedentemente indicate.
Alla richiesta dell’istituzione di un tavolo di confronto permanente che verifichi lo stato di avanzamento delle procedure di investimento e, al contempo, che monitori la spesa delle misure di sostegno dedicate alle imprese, l’assessore Armao ha risposto positivamente, ricordando che «l’impegno nei confronti del sistema imprenditoriale è di assoluta priorità per il governo regionale. Un confronto costante e costruttivo è indispensabile per la crescita e per questo posso garantire il massimo impegno per portare avanti le richieste del mondo delle imprese sia al livello regionale che nei confronti del governo nazionale». Temo però che un ennesimo tavolo permanente non sia sufficiente. O meglio, è opportuno intervenire con strumenti più solidi e istituzionalmente più efficaci”.
Quali potrebbero essere, allora, gli strumenti tali da garantire maggiore incisività?
“Abbiamo già proposto al governo Musumeci di attivare anche in Sicilia il SURAP, lo sportello unico regionale per le attività produttive, già istituito con legge regionale in Campania e Calabria, dove si è voluto intervenire per dare soluzione a tante problematiche vicine a quelle della Sicilia. La nostra proposta, tra l’altro, vuole condurre ad una maggiore sintonia con le attività produttive, alla semplificazione amministrativa e istituisce la figura del garante dell’imprenditore. L’idea è quella di una struttura di rete, che realizza un’intensa interazione operativa tra Regione e Associazioni d’impresa allo scopo di facilitare i procedimenti. Il SURAP, analogamente ai SUAP comunali, con cui si interfaccia in modo stabile e permanente, ha lo scopo di garantire un canale d’accesso all’utente (cittadino o impresa) consentendogli di avere un referente unico per tutte le pratiche che riguardano l’amministrazione regionale. Le associazioni di categoria, naturale collettore delle istanze degli operatori economici, svolgendo esse stesse “attività di sportello” nelle loro sedi fisicamente diffuse su tutto il territorio regionale, possono assistere ed agevolare le imprese loro iscritte attraverso l’istituzione di rapporti diretti con gli uffici pubblici, per mediare e semplificare contatti e procedure, accelerare gli iter, gestire e risolvere ogni eventuale criticità.
Se un tavolo di confronto permanente è uno strumento utile per concertare politiche di settore col governo e la loro attuazione in generale, il SURAP è invece lo strumento dove utente, associazione di settore e ufficio regionale dialogano in rete per garantire il diritto delle imprese ad operare in un quadro normativo certo e semplificato, al fine di assicurare la massima trasparenza dei procedimenti, riducendo al minimo i margini di discrezionalità della pubblica amministrazione, i tempi burocratici ed in ogni caso eliminando ogni adempimento non indispensabile.”
Quindi l’obiettivo è un network altamente collaborativo tra Regione e Associazioni di categoria, creando “sportelli unici” presso quest’ultime per semplificare le procedure e velocizzare i tempi?
“È questo ma anche molto di più. Insieme al SURAP, secondo la proposta dell’AGCI si istituisce il ‘garante regionale dell’imprenditore’, che esercita attività d’impulso nei confronti delle diverse strutture regionali preposte a procedure in materia di attività economiche e d’impresa, effettua il costante monitoraggio della normativa e dei procedimenti amministrativi e propone le opportune misure di semplificazione e riduzione degli oneri a carico delle imprese.
Il SURAP inoltre ha lo scopo di favorire l’attrazione degli investimenti sul territorio regionale, fornire informazioni sulle opportunità insediative e promuovere il sistema produttivo regionale e l’attività d’impresa. Fornisce assistenza e consulenza alle imprese, considerando lo specifico progetto in relazione al quale l’operatore si è rivolto allo sportello. Al di là del concetto del “tavolo di confronto” generalizzato, è un potentissimo strumento di dialogo permanente operativo tra utenti e uffici pubblici, associazioni di categoria e amministrazione regionale, che potrà consentire un monitoraggio costante di tutti i progetti, procedure e misure di sostegno al rilancio economico post-covid, velocizzare e semplificare ogni iter, attività fondamentale e indispensabile soprattutto per programmare con la necessaria efficienza l’attuazione del PNRR. Un modo per garantire alle imprese di essere sempre più intensamente al loro fianco dando risposte concrete, che come AGCI riteniamo essere la nostra missione più importante”.