Cappadona, AGCI: «Bene finanziamento Comuni siciliani approvato all’ARS su emendamento M5S. Ora occorre adeguamento rette ai costi del nuovo contratto nazionale di lavoro delle cooperative sociale».
«Grazie a un nostro emendamento sono stati destinati tre milioni e mezzo in favore di tutti i comuni siciliani per pagare le rette dei disabili psichici ricoverati nelle comunità alloggio».
Lo afferma il capogruppo del M5S all'Ars, Antonio De Luca. «È questa una norma fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle all'interno della manovra quater “Variazioni al bilancio della Regione per l'esercizio finanziario 2025 e per il triennio 2025-2027” (n. 976/A). Si tratta di un significativo passo avanti nel garantire supporto alle persone con disabilità psichica e alle strutture che le accolgono, oltre a rappresentare un aiuto concreto per gli enti locali, spesso chiamati a fronteggiare difficoltà nel mantenimento della continuità dei servizi essenziali».
«Esprimiamo vivo compiacimento per la costante attenzione dimostrata dall’on. Antonio De Luca e dal gruppo M5S ARS verso la situazione critica delle comunità alloggio che ospitano disabili fisici, notizia che giunge in occasione della Giornata mondiale per la salute mentale 2025 proclamata dall’Organizzazione mondiale per la sanità», commenta Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia.
«Auspichiamo che prosegua il confronto con le forze politiche, in commissione parlamentare e con il governo Schifani per l’adeguamento delle rette dei servizi socio-sanitari e di assistenza sociale ai costi attuali dei servizi prestati secondo i requisiti dettati dalla stessa Amministrazione Regionale», continua Cappadona.

Un provvedimento positivo ma purtroppo inadeguato è il nuovo decreto dell'Assessorato alla Famiglia che ridefinisce le tariffe per le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), le comunità terapeutiche assistite (CTA), le strutture riabilitative ex legge 833/78 e i centri diurni per l’autismo. Un provvedimento atteso da anni, destinato a sostenere le strutture socio-sanitarie dell’Isola e a colmare in parte il divario economico accumulato nel tempo.
Le RSA rappresentano un pilastro silenzioso ma essenziale del Sistema sanitario regionale. Accolgono persone anziane, fragili o non autosufficienti, offrendo cure mediche, assistenza infermieristica e sostegno umano quotidiano. In molti territori siciliani, soprattutto nelle aree interne, costituiscono l’unico presidio stabile per l’assistenza a lungo termine.
Garantire loro tariffe più eque significa tutelare la qualità dell’assistenza, la dignità degli ospiti e la professionalità degli operatori che ogni giorno lavorano in condizioni spesso difficili.
Il decreto prevede un aumento graduale delle tariffe: +3,5% nel 2025, +1,5% nel 2026 (2,5% per le sole RSA) e un ulteriore +2% dal 2027. Un passo avanti importante, ma per le parti socali non ancora sufficiente a compensare i costi sostenuti dalle strutture.
«L’adeguamento delle rette per le cooperative sociali è improcrastinabile», continua Cappadona. «L’aumento dei costi è prossimo al 17% per l’applicazione del nuovo ccnl a cui aggiungere l’essere venuta meno la Decontribuzione Sud del 30% come ulteriore aggravio di costi tra il 7 e il 10% in media».
«Come sempre ricordato da AGCI Sicilia e secondo i pronunciamenti dei giudici del CGA», conclude Cappadona, «la Regione non può attuare politiche di contenimento della spesa scaricando il proprio deficit derivante dai costi dei servizi pubblici essenziali sui bilanci delle imprese sociali che ne assicurano l’erogazione nei confronti dei cittadini».
Credits: AltraSicilia





















































