La “Protezione sociale”, espressione che descrive diritti incomprimibili dei cittadini, è una misura a favore delle persone non autosufficienti già ospiti delle strutture convenzionate con il Servizio sanitario regionale che ora, con un provvedimento di eccezionale importanza, ha ottenuto il riconoscimento di ammissibilità alla copertura con fondi UE.
«Mentre in Sicilia il governo regionale è assolutamente inerte sui vergognosi ritardi per il pagamento dei servizi di assistenza, addirittura quando i Comuni a luglio addirittura non assumono ancora gli impegni di spesa per l’anno corrente, la Regione Piemonte chiede e ottiene dalla Commissione Europea che la Protezione Sociale venga finanziata attraverso il Fondo Sociale Europeo». Lo segnala Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. «Voglio esprimere soddisfazione per l’iniziativa del presidente Alberto Cirio della Regione Piemonte, dello stesso partito politico del governatore siciliano Renato Schifani, che ha trovato copertura per il progetto di Protezione Sociale regionale attraverso fondi europei. I beneficiari sono sia le famiglie degli assistiti e che le strutture, i cui costi sono notevolmente aumentati con l’entrata in vigore del nuovo CCNL delle cooperative sociali. Auspichiamo che anche la Sicilia provveda immediatamente a seguire l’esempio piemontese. Allo stesso tempo continuiamo a stigmatizzare l’omissione di qualsiasi efficace azione di vigilanza e controllo da parte degli assessori della Regione Siciliana alle Autonomie Locali e Funzione Pubblica, Andrea Messina, e alla Famiglia e politiche sociali, Nuccia Albano. Un’omissione continuata - continua Cappadona - che contribuisce a decimare gli enti del Terzo Settore, cooperative sociali e associazioni di assistenza, presidio locale di servizi rivolti alle categorie di cittadini più fragili».
«Non trova soluzione», conclude Michele Cappadona, «la sistematica criticità dell’appostamento nel bilancio regionale di una cifra largamente inferiore al fabbisogno dei servizi di assistenza residenziale necessari ai cittadini più fragili, determinato dalla stessa Regione Siciliana».
La misura “Protezione sociale”, che si propone di non aumentare le rette delle strutture di RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) in capo alle famiglie e, al contempo, consentire alle strutture, che in questi anni hanno affrontato un incremento di costi, di avere risorse aggiuntive che evidentemente vogliono dire più attenzioni e più servizi di cura per gli ospiti, potrà diventare operativa.
Un risultato importantissimo ottenuto dal presidente della Regione Alberto Cirio incontrando a Bruxelles Adelina Dos Reis, capo unità della Direzione generale Lavoro della Commissione. «Si tratta di uno strumento innovativo che sono venuto personalmente a spiegare a Bruxelles e sul quale mi è stata confermata l’ammissibilità - ha dichiarato Cirio -. Siamo la prima Regione d’Italia a proporre una misura di questo genere. Entro luglio la direzione regionale competente definirà gli aspetti tecnici e operativi».
Così in Piemonte. E in Sicilia?
“Protezione sociale” vale 18 milioni di euro per la Regione Piemonte ed è a favore delle persone non autosufficienti già ospiti delle strutture convenzionate con il Servizio sanitario regionale. Si tratta di risorse che si aggiungono ai 22,4 milioni che la Regione ha stanziato nel 2024 a favore degli enti gestori delle Rsa, a cui vanno aggiunti i 14 milioni di euro destinati a disabilità, salute mentale, dipendenze e minori: per queste voci si è passati da 275 a 289 milioni (+36 nel 2024, rispetto al 2023). Staremo a vedere cosa saprà fare il Governo regionale in Sicilia.
Credits: AltraSicilia