Assistenza domiciliare HCP, Michele Cappadona: «Occorre consentire alle cooperative sociali la possibilità di accreditarsi presentando un elenco dei propri professionisti dipendenti, indicando per ciascuno i riferimenti di iscrizione agli albi professionali oppure, per gli OSA e gli OSS, il possesso della qualifica».
Home Care Premium (HCP) è un programma dell'INPS che offre assistenza domiciliare a persone non autosufficienti con disabilità riconosciuta, con particolare riferimento a dipendenti e pensionati pubblici (e loro familiari) della gestione ex INPDAP. Il programma fornisce un contributo mensile fino a 1.380 euro per coprire le spese relative all'assistente domiciliare, con servizi personalizzati in base all'ISEE e al grado di non autosufficienza.
L'AGCI (Associazione Generale Cooperative Italiane) e le rappresentanze del settore cooperative sociali di Confcooperative e Legacoop, della Cgil e di varie altre sigle sindacali si sono mobilitate, a partire da AGCI Sardegna, contro i tagli al bando Home Care Premium 2025-2028, pubblicato il 25 marzo 2025. La protesta si è propagata in tutta Italia.
Fronte compatto anche in Sicilia, dove l'Osservatorio Paritetico Regionale sugli Appalti e sugli Accreditamenti Territoriali ha espresso subito una posizione netta per chiedere l'immediata modifica del bando HCP 2025-2028, che mette a serio rischio i servizi destinati a migliaia di famiglie siciliane (decine di migliaia in Italia) con possibili e devastanti ripercussioni sul versante occupazionale.
Cittadini, operatori, famiglie e soggetti coinvolti nel sostegno alla non autosufficienza hanno presentato una petizione pubblica nazionale per il ripristino dei servizi socio-assistenziali nel Bando HCP 2025-2028, che ha raggiunto 15.487 firme verificate, inviata ai Destinatari istituzionali: Valeria Vittimberga, direttore centrale Credito e Welfare INPS; Giorgio Fiorino, direttore centrale INPS, Marina Elvira Calderone, ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Orazio Schillaci, ministro della Salute, Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità e alle Commissioni parlamentari Lavoro e Affari Sociali di Camera e Senato.

«La preoccupazione espressa con la nostra protesta, in particolare per quanto previsto all’articolo 17 dell’HCP, sull’esclusione di prestazioni integrative fondamentali per la qualità della vita degli utenti più fragili, dichiara Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale Cooperative Italiane- AGCI Sicilia, ci ha spinto a chiedere con forza ai decisori nazionali la revisione urgente del bando affinché venissero reinseriti i servizi di Assistenza domiciliare svolta da operatori socio-sanitari (OSS); Servizi di sollievo per caregiver familiari; Accesso a centri diurni e strutture extra-domiciliari; Servizi di trasporto assistito e fornitura di ausili per l’autonomia».
Queste prestazioni erano presenti nelle precedenti edizioni del progetto e rispondono ai bisogni reali della maggior parte dei beneficiari HCP, costituita per il 90% da anziani over 65, di cui l’80% ultraottantenni, e per l’80% donne con limitazioni funzionali gravi.
«Grazie anche all’intervento delle ministre al Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, e alla ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli», continua Michele Cappadona, «lo scorso 15 maggio ha modificato i testo del bando introducendo le figure professionali degli Operatori Socio Sanitari, degli Operatori Socio-Assistenziali e del dietista, i quali - ha sottolineato la ministra Calderone - “saranno sempre più cruciali nella cura delle persone, soprattutto quelle più anziane, anche in una logica di prevenzione. L’obiettivo è garantire un servizio socioassistenziale sempre più efficiente”. Un risultato frutto di un lavoro corale, che giunge al termine di un lungo confronto con gli operatori di settore e gli enti locali. Tuttavia, restano aperte molte criticità, come l’anticipo di spesa nel primo trimestre a carico delle famiglie; l’impossibilità di incaricare parenti di 2° grado; nessun coinvolgimento sistematico dei rappresentanti dei lavoratori iscritti al Fondo; l’esclusione degli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) dalla progettazione e gestione degli interventi, nonostante il loro ruolo fondamentale nei territori».
Il bando dell'Inps, nella sua nuova formulazione rispetto agli anni precedenti, presenta ancora una serie di aspetti da rivedere al più presto. Entrando nel dettaglio della richiesta elaborata dall'Osservatorio, con la nota del 3 giugno scorso è stato chiesto innanzitutto di integrare i bandi pubblicati per l’accreditamento dei professionisti abilitati all’erogazione, in favore dei cittadini, delle prestazioni riconducibili al progetto Home Care Premium, prevedendo la possibilità per le cooperative sociali di presentare richiesta di accreditamento mediante la trasmissione di un elenco analitico dei propri professionisti dipendenti coinvolti nel progetto, riportante per ciascuno i riferimenti di iscrizione agli albi professionali oppure, per quanto riguarda OSA e OSS, l’attestazione del possesso della relativa qualifica.
Nel caso in cui i bandi non siano ancora stati pubblicati, si chiede di consentire alle cooperative sociali la possibilità di accreditarsi presentando un elenco analitico dei propri professionisti dipendenti coinvolti nel progetto, indicando per ciascuno i riferimenti di iscrizione agli albi professionali oppure, per gli OSA e gli OSS, l’attestazione del possesso della relativa qualifica.
«Questa ipotesi, infatti, non è esclusa dal Bando Home Care Premium ed è stata praticata da diverse amministrazioni pubbliche nel territorio nazionale», afferma il coordinatore regionale dell'Osservatorio, Carlo Di Paola. Questo nell’interesse generale dei cittadini fruitori del servizio e dei professionisti dipendenti
delle cooperative. Si tratta di una misura di assoluto interesse pubblico, finalizzata a tutelare la continuità e l’efficacia delle prestazioni a beneficio dei cittadini fragili. In assenza di tale possibilità, infatti, situazioni del tutto ordinarie come malattia, maternità o altri impedimenti temporanei del professionista scelto potrebbero determinare gravi disagi per gli utenti, privandoli improvvisamente del servizio e lasciandoli senza assistenza qualificata. Al contrario, la possibilità di sostituire prontamente l’operatore assente con un altro professionista della stessa cooperativa, già accreditato e presente in elenco, garantirebbe tempestività, qualità e continuità nell’erogazione degli interventi socio-assistenziali. Parallelamente, verrebbe evitato il ricorso a soluzioni improvvisate e precarie, che obbligherebbero le famiglie a gestire in proprio un nuovo rapporto di lavoro individuale, con aggravi burocratici, maggiori costi e minori tutele sia per l’assistito che per il lavoratore. Anche per i professionisti delle cooperative si eviterebbero effetti distorsivi, come l’esclusione da attività già programmate o la disgregazione del rapporto di lavoro strutturato, a vantaggio di modelli instabili e frammentati. Per queste ragioni, l’introduzione di tale possibilità nei bandi risponde non solo a esigenze di funzionalità gestionale, ma soprattutto a un principio di equità e di tutela dei diritti fondamentali delle persone assistite».
Credits: AltraSicilia