Le parole di Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia, danno voce alla drammatica situazione delle imprese, dei lavoratori, dei cittadini più fragili. «Sono anni che le nostre proteste rivolte al Governo Schifani in Sicilia, ai parlamentari siciliani, al Governo Meloni rimangono inascoltate. Le Istituzioni non possono desertificare i servizi di prossimità territoriale mentre paradossalmente litigano su come vada applicata l’autonomia differenziata».
Un esercito di 400.000 lavoratori attende risposte, mentre i servizi essenziali per i cittadini più fragili vacillano. Dal mancato adeguamento delle rette regionali dopo il nuovo Contratto Collettivo, ai ritardi cronici dei pagamenti da parte di Comuni e ASP, si delinea un tradimento dei principi costituzionali e dei Livelli Essenziali di Prestazione. Urgono interventi drastici, fondi dedicati e il riconoscimento della priorità assoluta per chi garantisce i diritti incomprimibili.
È un grido d'allarme che attraversa l'intera penisola, con epicentri di particolare sofferenza come la Sicilia, ma che risuona ovunque. Le cooperative sociali costituiscono la spina dorsale del welfare. Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle cooperative del settore socio-sanitario-assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo, le cui nuove e più onerose condizioni economiche sono entrate in vigore nel febbraio 2024, si sta paradossalmente trasformando in un cappio al collo per chi, ogni giorno, traduce in realtà i diritti fondamentali dei cittadini. Circa 400.000 lavoratori attendono che questo riconoscimento contrattuale si traduca in busta paga, ma Regioni, Comuni e Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) sembrano vivere su un altro pianeta.
«Le Regioni tardano a riconoscere rette adeguate ai nuovi standard salariali, e nel frattempo, una miriade di Comuni e ASP non solo accumula ritardi inaccettabili nel pagamento delle rette dovute, ma, in molti casi, non ha nemmeno provveduto all'indispensabile "impegno di spesa" per il 2025», denuncia Michele Cappadona. »Senza questo atto formale, le cooperative non possono emettere fatture indicando il CIG di tracciabilità, ed è preclusa la possibilità di pagamento. È un cortocircuito istituzionale che sta portando al collasso finanziario queste imprese, il cui ruolo è cruciale».
L'Epicentro siciliano: la denuncia di AGCI e la voce di Michele Cappadona
In Sicilia, la situazione è emblematica. La centrale cooperativa AGCI, attraverso il suo presidente regionale Michele Cappadona, denuncia da tempo la mancata destinazione di risorse adeguate per il puntuale pagamento dei costi, accertati dalla stessa Regione, per i servizi di assistenza. «Il ritardo cronico dei pagamenti e l’applicazione di rette inadeguate rischiano di annientare del tutto il sistema del privato sociale», ha dichiarato Cappadona, sottolineando come il rinnovo del CCNL debba essere "l'occasione per un confronto risolutivo con il governo della Regione Siciliana, così come con il governo nazionale".
L'allarme è specifico: «Occorre sempre avere presente che tali servizi ai cittadini sono labour-intensive, ed il costo del lavoro ha un’incidenza fino al 90% del totale. L’importante risultato raggiunto nei confronti dei lavoratori con il rinnovo del CCNL non può prescindere dall’adeguamento delle rette». Senza tale adeguamento, la sostenibilità dell'intero sistema è a rischio, con la potenziale "diminuzione se non interruzione, di servizi e presidi di prossimità a favore di cittadini e famiglie, spesso le parti più fragili".
Servizi essenziali, Diritti incomprimibili: il valore ignorato di LEP, LEA e LEPS
«È fondamentale ribadirlo», dichiara Cappadona: «i servizi erogati dalle cooperative sociali non sono un optional, ma prestazioni che incarnano i diritti incomprimibili dei cittadini. Parliamo dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), sanciti dall'articolo 117 lettera m) della Costituzione come soglia minima da garantire uniformemente sul territorio nazionale. Si tratta dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in sanità e dei più recenti Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS). Le cooperative sono il braccio operativo che trasforma questi acronimi in assistenza concreta per anziani, disabili, minori, famiglie in difficoltà e persone in cerca di reinserimento lavorativo. Fonti normative come la Legge quadro 328/2000 e i relativi decreti attuativi lo confermano: negare o ritardare il sostegno a chi eroga tali servizi significa compromettere l'accesso a questi diritti».
La legge quadro 328/2000, "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", è una legge fondamentale che ha definito il quadro normativo per il sistema di welfare in Italia. La legge ha come obiettivo quello di promuovere interventi sociali, assistenziali e sociosanitari per garantire un aiuto concreto alle persone e alle famiglie in difficoltà. In particolare, la legge 328/2000 ha introdotto il concetto di "sistema integrato" di servizi sociali, che prevede la collaborazione tra diversi attori, tra cui il Comune, le ASL, l cooperative sociali e il Terzo Settore. Inoltre, la legge 328/2000 ha definito i livelli essenziali di assistenza sociale, cioè i servizi che ogni Comune è tenuto a garantire ai cittadini. Questi servizi comprendono le misure di sostegno alla povertà, interventi di sostegno ai minori e ai nuclei familiari, misure per sostenere le responsabilità familiari e misure di sostegno alla disabilità
La Costituzione tradita: Sussidiarietà e Sostegno alla Cooperazione
«Il sostegno alle cooperative sociali non è una gentile concessione, ma un preciso imperativo costituzionale», ricorda Michele Cappadona. «L'articolo 45 della Carta fondamentale riconosce la funzione sociale della cooperazione, impegnando la Repubblica a promuoverla. Questo principio è fortemente connesso all'articolo 118, che introduce il principio di sussidiarietà orizzontale, favorendo l'iniziativa dei cittadini associati per attività di interesse generale. Le cooperative sociali sono l'emblema di questa sussidiarietà. Ignorare le loro necessità finanziarie, generate dall'adempimento di questi compiti, è un tradimento dello spirito costituzionale».
Bilanci pubblici e pagamenti: una priorità da imporre, anche in deroga
La garanzia dei fabbisogni per LEP, LEA e LEPS e i conseguenti pagamenti alle cooperative devono diventare priorità assoluta nei bilanci pubblici a ogni livello. È inaccettabile che i ritardi della PA strangolino chi assicura diritti. Si sostiene con forza la necessità che tali pagamenti siano garantiti anche in deroga alle norme che regolano situazioni di squilibrio, dissesto e predissesto degli enti pubblici. Se un diritto è "incomprimibile", lo deve essere anche la sua copertura finanziaria, come più volte suggerito dalla giurisprudenza costituzionale che bilancia i diritti fondamentali con le esigenze di bilancio, senza che queste ultime possano svuotare i primi.
Proposte concrete per uscire dalla crisi: Fondi, Credito e Monitoraggio
Per evitare il tracollo, AGCI Sicilia ha avanzato proposte concrete, come l'istituzione di "una linea di credito agevolato che consenta alle cooperative di avere anticipate le somme spettanti per servizi prestati e fatturati ad enti pubblici", permettendo così di pagare stipendi e contributi, evitando anche la paralisi derivante dalla perdita del DURC.
A livello nazionale, si ripropone l'urgenza di meccanismi strutturali: un Fondo di Garanzia nazionale per i crediti delle cooperative sociali e un ruolo attivo di Cassa Depositi e Prestiti nell'erogare mutui agevolati e rapidi agli enti locali, finalizzati esclusivamente al saldo dei pagamenti dovuti alle cooperative.
Un ruolo cruciale, come sottolineato da Cappadona, potrà averlo in Sicilia (e auspicabilmente come modello altrove) l'Osservatorio paritetico regionale sugli appalti e sugli accreditamenti, introdotto dal nuovo CCNL, per monitorare gare, pagamenti e segnalare anomalie.
La Spada di Damocle della Retroattività
A complicare ulteriormente il quadro, c'è la questione della retroattività. Le nuove condizioni economiche del CCNL decorrono da febbraio 2024. Ogni giorno di ritardo nell'adeguamento delle tariffe accumula squilibri di bilancio per le cooperative, rendendo la voragine debitoria sempre più difficile da colmare.
Un imperativo civile ed economico non più procrastinabile
«La situazione da critica è ormai emergenziale», conclude Michele Cappadona. «Garantire la stabilità finanziaria delle cooperative sociali non è solo un atto di giustizia verso queste imprese e i loro 400.000 lavoratori, ma un investimento nella coesione sociale e nella tenuta stessa del sistema di welfare. È un imperativo dettato dalla Costituzione, dalle leggi sui livelli essenziali e dal buon senso. Non è più tempo di rinvii o di palliativi: servono decisioni coraggiose, risorse certe e il riconoscimento che la dignità dei cittadini e la sostenibilità dei loro diritti passano inderogabilmente attraverso la salute economica di chi, ogni giorno, li rende esigibili».